In Berlin
Im Frühjahr 1913 kehrt Rubiner für kurze Zeit nach Berlin zurück. Es ist unmöglich, das Datum seiner endgültigen Heimkehr genau festzulegen. Im Mai 1914 schickt er noch der Zeitschrift "Die Aktion" einen Artikel über eine Ausstellung der Neuen Sezession in Paris. Erst Ende 1914 ist sein Aufenthalt in Berlin dokumentiert: in diesem Jahr beginnt er bei der Zeitschrift "Die Weißen Blätter" mitzuarbeiten, in der er die programmatische Schrift Homer und Monte Christo veröffentlicht. 1914 schreibt er die Pantomime für den Stummfilm Der Aufstand, die in der von Kurt Pinthus herausgegebenen Sammlung Das Kinobuch enthalten ist.
1913 veröffentlicht er in der "Aktion" das Gedicht "Mein Haus":
Um mein Haus sind Straßen, Kreise von Brunnen.
Plakatsäulen.
Gemüseläden. Uhrmacher mit Schmuck. Finstere Brunnen.
Plakatsäulen.
Polizisten stehn vor Theatern. Die Untergrundbahn stürzt
in ihren Köcher.
Weiße Kellner mi Tassen, Zeitungsjungen laufen, Kutscher
reden zu Gäulen.
Unter der Brücke fahren Dampfer durch gemalte Lampen.
Kaufleute winken vor den Türen. Die Bäckereien dampfen.
Menschen stehn um einen Überfahrenen. In geheizte Kirchen gehn Gepäckträger.
Alte verteilen Zettel. In Gerichtssälen sprechen und
schweigen Kläger.
In Trompetenwagen sitzen Frauen mit Schleiern. Frauen
verkaufen Kastanien an Ecken.
Menschen unter Kuppeln sehn nach Sternen. Finder
rechnen auf Papier Formeln.
An den Lichtern in Zimmern sitzen Denker gekrümmt und
murmeln.
In den Tanzsälen lächelt man. Einbrecher kommen aus
Verstecken.
Einsame im Schatten essen schnell Brote. Geldhäuser werden
geschlossen.
Menschen mit Säcken suchen Weggeworfenes. Empörer lesen
Reden.
Paare sitzen an Tischen und streiten. In Hotels erschießen
sich Menschen verdrossen.
Die Sonne ist auf- und untergegangen. Der Mond ist oft zu
sehen.
In bewachten Krankenhäusern liegen Menschen auf
niedrigen Kissen.
Hinter Türmen von Kasernen treten Soldaten mit groben
Händen.
Man peitscht geschwächte Menschen festgeschnallt in den
Gefängnissen.
In kalten Wohnungen sind Greise, die jungfräuliche Kinder
schänden.
Es klingelt in roten Fabriken, Müde lösen siedende Pfiffe. Über alten und neuen Dächern drehn sich gelbe Luftschiffe.
Auf grünen Fischteichen ziehen die Ruderer Netze und
Schnüre.
Bettler mit Bündeln schreiten auf Lehmwagen um spitze
Steine und kalte Regenlachen.
Ein Fleischer tritt vom Wagen in eine aufgeklinkte Türe. Hunde bellen schrill auf einen Juden mit einem Pack alter Sachen.
In heißen Feldern zerren gebuckelt braune Bauern. In breiten Wäldern schlafen Arme und Brandstifter. Es lärmt von Holzhauern.
Über weiße Meere mit Kabeln werden Auswandererschiffe
auf und nieder gebogen.
In langen Ländern werden die Hungrigen ermordet.
Häuser fallen grau um.
Menschen im nassen Blut unter spitzen Kanonen haben
blaue Messer gegen schwere Pferde gezogen.
Zerquetschte liegen unter halben Balken. Ferne
Telephonzellen sind stumm.
Eingehüllte mit alten Flinten schießen knochige Tiere auf
kalten Meilen im Schneegesträuch.
Auf weiten Öden leben Verlassene in Unrat und Höhlen
ohne Geräusch.
In Affenparadiesen springen neckte Schwarze durchs blaue
Licht.
Golfmeere fliegen mit Flaschen und Schlamm zu Inseln und
Muschelketten.
An kleinen Dächern auf wackligen Straßen besprechen alte
Frauen das Mittagsgericht.
Vor geordneten Zeitungssälen erwarten steife Raucher den
Ausgang der Wetten.
Die Briefträger führen dicke Taschen auf runde Treppen.
Schläfer träumen oder sind bleich. Laute Lastkutscher
schleppen.
Eilige gehn über dunkle Steine. Wagen gleiten auf Straßen.
Mein Haus. Aus dem Schornstein steigt Rauch.
Umher sind Sonne. Mond. Die Abendsterne auch.
A Berlino
Nella primavera del 1913 Rubiner ritorna a Berlino. È impossibile stabilire con esattezza la data del suo rientro definitivo dalla Francia. Ancora nel maggio 1914 invia a "Die Aktion" un articolo su una mostra della Neue Sezession a Parigi. Solo verso la fine del 1914 è documentato il suo soggiorno a Berlino. In quest'anno inizia a collaborare alla rivista "Die weißen Blätter" dove pubblica il saggio programmatico Homer und Monte Christo. La collaborazione si protrae fino al 1919. Nel 1914 scrive la pantomima per il cinema muto Der Aufstand contenuta nella raccolta curata da Kurt Pinthus "Das Kinobuch".
Nel 1913 pubblica su "Die Aktion" la poesia "La mia casa":
Intorno a casa mia ci sono strade, cerchi di fontane.
Colonne delle affissioni.
Erbivendoli. Orologiai con gioielleria. Fontane più oscure.
Colonne delle affissioni.
Poliziotti stanno davanti a teatri. Il metró precipita
nella faretra.
Camerieri bianchi con tazze. Strilloni corrono. Cocchieri
parlano a ronzini.
Sotto il ponte passano vaporetti attraverso lampade dipinte.
Commercianti fanno cenno davanti alle porte. Le panetterie fumano.
Persone circondano uno che è stato investito. In chiese riscaldate
vanno facchini.
Vecchi distribuiscono foglietti. In tribunali parlano e
tacciono querelanti.
In ferrocisterne per liquidi siedono donne velate. Donne
vendono castagne agli angoli.
Persone sotto cupole osservano stelle. Ritrovatori
calcolano formule su carta.
Alla luce delle lampade in stanze siedono pensatori ricurvi e
mormorano.
Nelle sale da ballo si sorride. Scassinatori escono dal
nascondiglio.
Anacoreti all'ombra mangiano celermente pagnotte. Si chiudono
istituti di credito.
Persone con sacchi cercano scarti. Rivoltosi leggono
discorsi.
Coppie siedono ai tavoli e litigano. In alberghi persone
si sparano indolenti.
Il sole è sorto e tramontato. Si vede spesso la luna.
In ospedali sorvegliati giacciono persone infossate
in cuscini.
Dietro torri di caserme soldati calpestano con mani
rozze.
Si frustano indeboliti allacciati nelle carceri.
In case fredde ci sono vegliardi che abusano di
candidi fanciulli.
Il campanello suona in fabbriche rosse, stanchi aprono
fischi bollenti.
Su tetti vecchi e nuovi ruotano dirigibili gialli.
Su peschiere verdi i barcaioli tirano reti e funi.
Mendicanti con fagotti camminano per sentieri argillosi intorno
a pietre appuntite e pozzanghere.
Un macellaio entra dal carro in una porta aprendo il saliscendi.
Cani abbaiono striduli contro un ebreo con un pacco di cose vecchie.
Su campi torridi contadini bruni trainano ingobbiti.
In boschi vasti dormono poveri e incendiari. Il taglio della legna
fa rumore.
Su mari bianchi con fili si curvano navi di emigranti in alto e in basso.
In paesi lunghi si uccidono gli affamati. Case crollano grigie.
Gente nel sangue umido sotto cannoni appuntiti hanno estratto
coltelli azzurri contro cavalli pesanti.
Schiacciati giacciono per metà sotto travi. Lontane cabine telefoniche
sono mute.
Imbacuccati con vecchi fucili abbattono animali ossuti su fredde miglia
nei cespugli innevati.
Su ampie distese desolate abbandonati vivono in immondizia e antri
senza rumore.
In paradisi tropicali negri nudi saltano nella luce azzurra.
Mari del golfo volano con bottiglie e fango verso isole e catene
di conchiglie.
Accanto a piccoli tetti per strade traballanti vecchie comari discutono
il pranzo di mezzogiorno.
Davanti a ordinate sale di lettura fumatori rigidi aspettano l'esito
delle scommesse.
I portalettere trascinano borsoni su per scale rotonde.
Dormienti sognano o sono esangui. Chiassosi vetturini di carrozze da carico
trainano.
Frettolosi camminano su pietre scure. Automobili scivolano su strade.
La mia casa. Dal camino sale fumo.
Intorno ci sono sole. Luna. Anche le stelle vespertine.
(la traduzione è mia)