Das himmlische Licht


Das himmlische Licht: un itinerario cosmico-attivistico.

Nel settembre 1916 Rubiner pubblica un ciclo di dieci poesie Das himmlische Licht dedicato a Ferdinand Hardekopf, che appare nella collana espressionista Der jüngste Tag della casa editrice Kurt Wolff di Lipsia. Sempre nello stesso anno esce anche su "Die weißen Blätter" e riceve subito un'accoglienza positiva. Con questa produzione lirica l'autore realizza il principio di una letteratura attivistica già proclamato nel breve saggio del 1913 Lyrische Erfahrungen. Il suo punto di partenza è la concezione della poesia come Ideendichtung, che trascende la realtà fenomenica e scaturisce dalla realtà soggettiva del poeta, assolvendo alla duplice funzione di visione e appello nello stesso tempo.

Rubiner compone le poesie in seguito alla suggestione prodotta dall'eruzione del vulcano Krakatao in Indonesia avvenuta nel 1882, cui egli si riferisce nella poesia di presentazione che reca lo stesso titolo del ciclo: Die kleine Kraterinsel Krakatao stieß den brennenden Atem Gottes aus der Erde. Nel 1916 Rubiner pubblica su "Das Ziel" il saggio Die Änderung der Welt in cui nel paragrafo Ein sehr grosses Erlebnis scrive:

"Im Jahr 1882 flog durch vulkanische Eruption die Südseeinsel Krakatao in die Luft. Viele hunderttausend Menschen wurden von der Flutwelle getötet. Eine Riesenwolke feinen Staubes blieb in der Luft, umkreiste mehrmals die Erde und brachte die tiefen farbigen Dämmerungserscheinungen hervor, die von jener Zeit bis Mitte der neunziger Jahre in der ganzen Welt sichtbar waren."

Il riferimento diretto a questa esplosione vulcanica stabilisce un nesso contestuale tra l'opera lirica e saggistica. Rubiner sceglie il fenomeno naturale per simboleggiare l'incrollabile fede nello spirito, concepita come la qualità dinamica presente in ogni uomo, e per stabilire la forza morale del suo attivismo, sentita come la speranza di liberare l'individuo dalle costrizioni della realtà sociale e politica. L'autore percepisce l'evento tellurico come l'allegoria dell'emanazione dello spirito tra gli uomini, come l'auspicio di una promessa celeste. La luce divina che riflette il magma incandescente all'orizzonte, rappresenta un fenomeno metafisico, che coinvolge l'umanità intera bisognosa di redenzione. La partecipazione spirituale da parte di Rubiner al disastro naturale trasferisce in una visione cosmica il decadimento della realtà storica e configura religiosamente la rinascita dell'uomo come una sorta di illuminazione.

Le dieci liriche sono collegate tra loro e costituiscono una raccolta organica, il cui significato può essere colto solo se comprese nella loro omogeneità. La relazione tra una poesia e l'altra è determinata non tanto dal frequente richiamo alle vicende politiche e quindi alla realtà della guerra, ma soprattutto dall'idea dominante che definisce questa produzione poetica: Rubiner intende rappresentare l'ideale cammino di redenzione dell'umanità, dalla nascita dell'individuo come essere spirituale nella poesia Geburt alla celebrazione della fratellanza universale nella lirica conclusiva Die Ankunft. L'unità è scandita anche dallo stile con cui Rubiner diffonde il messaggio religioso. La poesia si fa evocativa e assume il tono di canto salmodico, ma a differenza dei salmi biblici l'esortazione non è rivolta a Dio. L'autore apre il ciclo lirico appellandosi all'uomo, al camerata:

"Kamerad, Sie sitzen in Ihrem Zimmer allein, unter Menschen schweigen Sie still. Aber ich weiß meine stummen Kameraden hunderttausend auf der Welt, zu denen ich reden will. (...) O mein Freund, glauben Sie nicht, was ich Ihnen sagen werde, sei neu oder interessant. Alles, was ich Ihnen zurufe, wissen Sie selbst, aber Sie haben es nie aus rundem Mund laut bekannt."

Rubiner incentra il suo programma attivistico sul verbo reden, e definisce in questo modo il valore positivo della parola, usata per risvegliare gli uomini chiusi nel loro isolamento. Nell'annuncio prevale il gesto retorico di colui che è venuto a conoscenza di un piano divino e si impegna a realizzarlo, cercando di richiamare alla memoria degli individui i valori dimenticati. Il contenuto dell'attivismo politico viene calato in quella Lichtsymbolik che Rubiner ipostatizza nella produzione poetica e in seguito nell'opera drammatica. L'autore riprende il complesso significato della simbologia della luce che rappresenta fin dall'antichità l'essenza del divino, osservato negli astri e negli elementi naturali come il sole, la luna, il lampo e il fuoco. La folgorazione rimanda al carattere spirituale della luce: l'anima viene concepita come organo di conoscenza che rivela all'uomo il senso dell'esistenza e lo salva dalle tenebre del male.

Egli riconosce nel fuoco dell'esplosione vulcanica l'elemento creatore e collega pertanto nella contrapposizione fra caos e cosmos, che indica il vuoto abissale anteriore alla nascita del mondo, il mito cosmogonico con la visione manichea, identificando la luce con il bene, con la redenzione dell'uomo. Nella concezione di Rubiner la Lichtsymbolik presuppone la dipendenza dell'azione umana dalla consapevolezza dell'origine divina di ogni uomo. L'effetto di questa simbologia viene accresciuto dal frequente ricorso alle immagini biblico-religiose. Nella poesia Geburt l'eruzione vulcanica assume una doppia valenza: è impiegata come metafora per annunciare lo spirito in termini di rivelazione mistica e viene collocata nel contesto sociale e posta in relazione con il sovvertimento dell'ordine borghese da parte dell'uomo illuminato. La descrizione assume un tono apocalittico, da giudizio universale e gli uomini incapaci di vedere la luce vengono confinati in uno stato di passività morale e spirituale:

"Vor unsrer Geburt, in der grünen Südsee platzte die Erde und das Wasser, Tausend Menschen saßen wie Schnecken auf großen Blättern in Hütten und versanken keuchend. Vor Marseille fielen die roten Schiffe um, das Meer schlug vom Mond herab. Die Dampfer schnurrten in den Abgrund, lächerliche Insekten. Als wir geboren wurden, zog Feuer durch die Luft. Die Schwärme des Feuers flogen um die Erde. Weh, wer nicht sehen wollte! Tausend Menschen, still heckende Schnecken, waren zu Staub zerplatzt. (...) Berlin, aus spitzen Plätzen, grauen Nebenstraßen, quoll das Blau der Vulkane."

Le suggestioni bibliche dei termini rispondono alla volontà di Rubiner di divulgare la speranza messianica, di estendere iperbolicamente l'universalità dello spirito a tutta la sfera terrestre. Sebbene l'autore si riferisca spesso a Berlino, il mondo intero partecipa all'annunciazione divina come dimostra la poesia Das Licht:

"Boston, Chicago, über nackte Arme und Zylinderhüte hin zischt das Licht wie Riesenfunken von elektrischen Schnellbahnen."

Il messaggio accresce la sua efficacia quando Rubiner fa seguire a questa specificità geografica l'appello rivolto al collettivo umano:

"Aber die neue Zeit ist da. Ihr saht nicht das Licht durch das feurige Fenster der Erde!"

Rubiner impiega un linguaggio figurato per descrivere l'epifania della luce, conferendole in questo modo la veridicità di una sollevazione politica, e si mantiene fedele alla natura plebea degli uomini e degli oggetti che vi partecipano:

"Die Menschen schwitzen blind. Die Dächer rollten auf in Angst und sanken zurück. Die Fenster troffen dunkel trüb, Die Häuser blähten grau löckerig Teigwände. Menschen, Ihr lagt in den Städten wie gärende Wasserpflanzen."

Rubiner si sforza di restituire lo slancio vitale, il flusso inarrestabile della vita, configurando la sua visione del mondo come geometria dinamica, come spazio a due dimensioni in cui esistono la luce spirituale e la forza morale e razionale. La volontà dell'autore di visualizzare con la Langzeile il contrasto tra il dinamismo della realtà metropolitana e il nuovo spirito di collettivismo sociale e mistico produce un senso di generale stordimento che compromette il valore delle singole liriche. I limiti della poesia di Rubiner risiedono pertanto nel tono patetico e nell'eccessivo figurativismo ottenuti attraverso la proliferazione inesauribile di metafore antropomorfiche: Die Häuser blähten grau löckerig Teigwände, la predilezione di forme verbali come i participi presenti, l'uso transitivo di verbi intransitivi: Die Fenster troffen dunkel trüb e l'accostamento di espressioni improprie: Ihre Worte, einzeln und dünn, tropften ab wie Perlengekicher.

L'effetto di intensificazione e di rafforzamento, che caratterizza la poesia espressionista, determina la visione caricaturale della vita degli uomini, delle cose e della natura, e da un punto di vista metrico un verso ridondante di scarsa intensità ritmica, in cui la rima è appena visibile.

Con il titolo della quarta lirica Dieser Nachmittag Rubiner identifica la manifestazione dello spirito con un diritto inviolabile e intende fissare la sua collocazione temporale in un eterno presente. La milizia umana trae la forza necessaria dalla terra su cui trascina la propria esistenza miserabile e fende le tenebre notturne per ascendere alla luce della conoscenza:

"Die Erde erhebt das Haupt der Bleichen, O unsichrer Marsch der Halbtoten, Nächtigen, ewig Versteckten. Blaßweiße Wurzelmienen, o Letzte, Unterste, Sarglose, ewig Halbeingegraben in kalten saugenden Dreck, tastender Zug in spähender Unsicherheit, die Nacht ist nicht da, sie dürfen sehen. Sie sehen."

Alla Lichtmetaphorik si collega adesso la Dunkelmetaphorik, all'annuncio di un'epoca nuova di fede e di amore universali corrisponde la marcia insicura di esseri in fase di decomposizione, il cui anonimato non consente l'inserimento nella gerarchia sociale. Il Lichtsymbol inserisce in un contesto utopico il percorso di redenzione attraverso il quale der heilige Mob, a cui Rubiner rivolge il suo appello, prende coscienza della propria dignità che deriva dall'origine divina dell'uomo e procede verso il paradiso celeste. Si può identificare il rinnovamento auspicato da Rubiner con la proposta di una futura rivoluzione politica, ma l'uso ricorrente di espressioni metaforiche desunte dalla Bibbia e dall'ambito vegetale-animale, rimanda innanzitutto alla funzione di una retorica radicale che opera principalmente per la rinascita spirituale del singolo:

"Das himmlische Licht bergan schmolz mild zur rötlichen Kugel halb hinter Dächern auf. Es war eine Orange, wie in dem vornehmen, betteln verboten, Eßwarenverkauf, Es war ein wildes Zehnmarkstück wie hinter dem Fenster der Wechselbank, Ein rotes rundes Glas Bier aus einem Aschingerschank, Ein Schinken, ein Mund, Weiberbrust, ein Hut mit 'nem Band, ein Loch das rot klafft, Ein weiches buntes Kissen. Ein Vogel im Käfig. (...) Aber heut hatte ihnen das Licht süß bis in den Magen geleckt. (...) Sie marschierten rund über die Erde. Nun gab es ewig Musik und warmes Essen und das tausendjährige Reich!"

Al di là di qualsiasi orientamento sociale Rubiner colloca pertanto in un ambito idilliaco la luce divina che l'umanità può godere con tutti i sensi, come premio per la sua fede nello spirito. Le immagini della musica e del cibo investono la gioia celeste della stessa percezione di un piacere fisico.

Se Dieser Nachmittag rappresenta l'utopia come anticipazione visionaria dello scopo utopico, Die feindliche Erde esprime la resistenza che si oppone alla realizzazione dell'utopia. Rubiner pone le due poesie in un rapporto di dipendenza reciproca e nella lirica successiva coglie l'immagine antitetica alla profezia della speranza millenaristica. La mancanza di partecipazione attiva dell'uomo alla vita dello spirito viene identificata da Rubiner con il male dell'umanità. La relazione tra le classi sociali cui l'autore si riferisce è stabilita non in base all'ideologia politica, ma deriva dall'osservanza della morale convenzionale:

"Die Trägheit schlug an die Ufer, faulende Riesenalgen wanden sich erdenrund um die Schimmelgrüne. (...) Tänzerinnen, Barone, Agenten, Geheimräte, Schutzleute, Ehefrauen, Studenten, Hauswirte freuten sich auf ihre dampfende Nacht. Aber der arme Mob schaute das Wunder und war zur neuen Zeit aufgewacht."

Le immagini metaforiche nella poesia Sieg der Trägheit presentano l'inerzia come un incubo, una sorta di sostanza ctonia, vischiosa e soffocante che salendo dalle viscere della terra forma un vortice in cui precipita la luce. Rubiner alterna i versi lunghi, ampiamente descrittivi con frasi ellittiche, con invocazioni retoriche ed enfatiche che concentrano l'appello evocatorio ed esprimono il pathos espressionista della tendenza politico-morale e cosmico-lirica:

"O kleine Erde, was hast du vergessen! Du feindliche hast das Licht Gottes gefressen."

La scelta lessicale risponde all'intenzione dell'autore di mostrare l'aspetto minaccioso della terra, suggerendo l'idea della putrefazione sia fisica che naturale e dell'impotenza di resistere al risucchio di un gorgo infinito. Rubiner contrappone alla caduta della luce divina nell'abisso infernale la nascita dell'uomo nuovo, la sua ascesa alle sfere celesti, tanto che si può definire il ciclo poetico un epos dantesco. L'uomo nuovo annunciato da Rubiner nella poesia Der Mensch è compenetrato di luce salvifica, il suo pensiero è l'energia cosmica che diffonde dall'alto sulla superficie terrestre. Il Lichtmensch assume nella simbologia religiosa il ruolo di capo spirituale, che guida gli uomini procedendo anonimo. Nella realtà cosmica la luce mistica trova anche il correlativo acustico in una voce universale che riflette, simile a un'eco, la nuova verità dello spirito. Rubiner identifica nella poesia Die Stimme l'attivismo politico con la redenzione profetica:

"O Mund, der nun spricht, hinschwingend in durchsichtigen Stößen über die gewölbten Meere. (...) Eine Stimme las das Flüsterwort: Streik! in den roten Schächten der Coloradominen."

La struttura antinomica caratterizza anche le poesie conclusive: Die Frühen e Die Ankunft. Rubiner richiama l'attenzione sulla forza attiva del protagonista della rivoluzione spirituale e si propone di mostrare la funzione redentrice del sacrificio personale. In Die Frühen l'autore esprime il martirio di coloro che, giunti troppo precocemente rispetto al tempo storico, periscono in una lotta perenne combattuta in nome dello spirito. Sebbene siano consapevoli della vanità dell'opposizione volontaristica, essi mostrano la loro tenacia, mantenendosi fedeli all'idea di poter costituire una nuova società.

La struttura iperbolica della Katastrophensymbolik che contrassegna il crollo della società borghese, culmina con l'apoteosi della Gemeinschaft, concepita da Rubiner in senso metaforico come geistiger Bund, come alleanza spirituale. Il carattere astratto e utopico della Gemeinschaft risponde alla volontà dell'autore di annullare tutte le implicazioni sociali e politiche che contraddistinguono l'organizzazione gerarchica, identificandola con il regno dei cieli. La frequente evocazione di un destinatario collettivo, indicato dal pronome personale ihr, nella poesia Die Ankunft, contrassegna un nucleo umano indistinto che supera le differenziazioni tra le classi sociali. Gli uomini rinati come esseri spirituali sostituiscono adesso la luce che ha costituito nella sua funzionalità il simbolo della rivelazione divina:

"Ihr Mob, die Ihr klein seid und zu heißen Riesenmassen schwellt, wenn das Wunder durch die Straßen geht, Ihr, die Ihr nichts wißt, nur daß Euer Leben das Letzte ist, Eure Tage sind hungrig und kalt: (...) Ihr tragt die Kraft des himmlischen Lichts, das über Dächer in Euer Bleichblut schien."

Rubiner scopre la sostanza stessa dell'attivismo politico nella forza della parola e di conseguenza esorta di nuovo nell'ultima lirica il fittizio camerata a rompere il silenzio.

Con il ciclo lirico Rubiner concepisce la poesia come manifesto politico che esorta all'azione e non esaurisce il suo compito nella celebrazione entusiastica dell'uomo e del mondo. La poesia, che non assolve secondo l'autore ad una funzione pedagogica, bensì programmatica, deve costituire uno stimolo per la presa di coscienza degli individui. Le liriche sono compenetrate dal pathos dell'inno religioso e dell'appello rivoluzionario. Rubiner intende esprimere la sua forza retorica e sentimentale, rappresentando nel carattere tumultuoso della forma lirica scelta, il ditirambo, e nell'ipertrofia del verso il bisogno di libertà dell'uomo e il suo anelito ad ampliare gli spazi conoscitivi.

Il padre spirituale della raccolta lirica è il poeta americano Walt Whitman, che costituisce uno dei molti modelli letterari stranieri eletti dalla giovane generazione espressionista desiderosa di varcare le frontiere del nazionalismo. Rubiner celebra Whitman nel proclama Der Bruder contenuto nel saggio Der Mensch in der Mitte (1917), definendolo una ungeheure Liebesstimme für den Menschen. Nelle dodici poesie contenute nella raccolta poetica che consacra la sua fama, Foglie d'erba (1855), Whitman canta con suprema oggettività l'uomo, la collettività, il presente, la democrazia e la natura. Questo ciclo lirico ha il carattere di un inno democratico in cui sono rappresentate le esperienze sia fisiche che psichiche degli uomini nel pathos di un universale umanitarismo. Le forme poetiche impiegate da Whitman variano dalle composizioni che possono essere brevi o lunghe, ai versi sciolti non rimati. La ripetizione di parole o di espressioni e la costruzione simmetrica delle frasi e delle strofe sulla base dello stesso schema sintattico, definiscono il ritmo della poesia, che diventa un catalogo, un elenco infinito di immagini. Whitmann si serve di un linguaggio, formato da parole di uso quotidiano, prestiti linguistici, espressioni magniloquenti e termini pseudoscientifici, che sembra racchiudere il mondo intero in un orizzonte senza fine.

Nelle liriche di Rubiner si può rilevare l'estensione strofica dei versi rapsodici del poeta americano. La scrittura di Rubiner si fa pertanto elencatoria; frequente è il ricorso alla reiterazione e al parallelismo, il linguaggio declamatorio è carico di suggestioni bibliche. Lo scrittore condivide con Whitman la stessa concezione della poesia intesa come l'esperienza del singolo che si dilata fino a compenetrare l'universo della propria soggettività. Entrambi hanno fiducia nel potere della parola e credono che il poeta rappresenti una figura profetica. Il riconoscimento pubblico del ruolo del poeta come guida spirituale legittima il diritto della sua capacità divinatoria e stabilisce il dovere della sua attività educativa. Whitman fonda la sua Weltanschauung sui concetti di amore, di spirito, sull'energia cosmica che anima l'universo e sulla forza dell'io, la cui spiritualità si esprime nell'armonia di identità infinite. Rubiner, a differenza di Whitman, non identifica nella natura l'antagonista dell'uomo, ma con la realtà sociale e politica e conferisce perciò alla natura cosmica l'evidenza e la sostanza della protesta antiborghese propria della sua concezione attivistica. Nel saggio Der Mensch in der Mitte Rubiner, lodando i versi del poeta francese Pierre Jean Jouve, conferma la propria concezione della poesia:

"Jouves Gedichte sind nicht zum Beschauen da. Sie sind da, um den schwachen Menschen zu ändern, zu stärken, zu heilen. Seine Verse sind nicht für die Plastik der Museen oder die Seltenheit der Bibliophilie gemacht. (...) Sind Schreie in riesenhafte Volksversammlungen; (...) Der politische Dichter kommt herauf (wieder, seit Whitman)."