Kameraden der Menschheit

Die Gemeinschaft


Le antologie Kameraden der Menschheit. Dichtungen zur Weltrevolution e Die Gemeinschaft. Dokumente der geistigen Weltwende: un appello alla solidarietà umana.

All'indomani della caduta dell'impero guglielmino la situazione politica maturata intorno al 1919 è caratterizzata dal tentativo di rinnovare la società tedesca in senso repubblicano con le rivoluzioni scoppiate dapprima a Monaco, in seguito alla quale viene proclamata la repubblica sociale e democratica di Baviera, guidata da Kurt Eisner, e poi a Berlino. I fermenti democratici che dilagano in Germania negli anni successivi alla prima guerra mondiale vedono lo schieramento di due forze contrapposte: la politica moderata del nuovo governo costituitosi il 9 novembre 1918 con la proclamazione della repubblica di Weimar e lo spartachismo che si propone di guidare il proletariato verso un processo rivoluzionario. Gli spartachisti convinti che il conflitto mondiale abbia segnato una nuova epoca storica nell'evoluzione del movimento operaio internazionale, si orientano fin dall'inizio verso la ricostruzione su basi rivoluzionarie della socialdemocrazia, rifiutando pertanto la politica del partito maggioritario schierato a sostegno del militarismo. Lo spartachismo nasce con la collaborazione nel 1915 dei capi riconosciuti Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg al gruppo di opposizione Die Internationale e al periodico "Spartakusbriefe", pubblicato dal gennaio 1916 e firmato Spartaco, da cui deriva la denominazione Spartakus Bund.

Le proposte innovatrici avanzate dagli spartachisti convergono nella fondazione nel dicembre 1918 del partito comunista di Germania - Lega di Spartaco, cui si iscrive anche Rubiner. L'anno successivo egli partecipa con la moglie alla Repubblica dei Consigli di Monaco e collabora al comitato d'azione degli intellettuali rivoluzionari. Si tratta di un governo retto da scrittori di tendenza anarchica che concepiscono l'azione politica come la traduzione pratica del loro pensiero letterario, sostenuto dall'entusiasmo per il rinnovamento spirituale della società. Il 29 aprile Frida Ichak, con lo pseudonimo Friedjung tiene all'università di Monaco una conferenza Bolschewismus und Demokratie e svolge propaganda politica a fianco del comunista Max Levien, collaborando alla redazione della rivista "Rote Fahne" e alla commissione di propaganda e del traffico della Repubblica dei Consigli.

Dopo la sconfitta del movimento rivoluzionario viene arrestata il 2 maggio 1919. Rubiner, che cerca di sollecitare l'intervento degli intellettuali, si rivolge con una lettera a Carl Einstein, perché chieda alle autorità la liberazione della moglie. Einstein che accoglie la sua richiesta, viene arrestato a Norimberga il 14 giugno 1919 per aver manifestato pubblicamente a favore della scarcerazione dei partecipanti alla repubblica monacense. Il 19 giugno viene bandito dalla Baviera e Frida è condannata a un anno e nove mesi con la condizionale.

Durante i disordini che seguono la caduta della Repubblica dei Consigli Rubiner soggiorna a Potsdam dove ottiene il posto come lettore presso la casa editrice fondata da Gustav Kiepenheuer. Sorta a Weimar nel 1909 essa si occupa fino alla prima guerra mondiale della conservazione del patrimonio culturale classico, trascurando la letteratura dei giovani scrittori emergenti. Verso la fine del 1918 Kiepenheuer trasferisce la sede a Potsdam. Rubiner inizia la nuova attività, pubblicando per la seconda volta il saggio programmatico Der Mensch in der Mitte e in prima edizione due antologie Kameraden der Menschheit e Die Gemeinschaft e il dramma Die Gewaltlosen.

Il vasto riconoscimento non solo tedesco, ma europeo in generale della casa editrice, induce anche Wilhelm Herzog a pubblicarvi la sua rivista "Das Forum". Il punto di partenza di Rubiner è di modificare il programma editoriale conservatore del periodo bellico, ispirandosi all'orientamento socio-culturale di "Zeit-Echo". L'autore intende pertanto proseguire il percorso ideale indicato con il suo organo di stampa per affermare di nuovo il ruolo che lo spirito assume nell'elaborazione dell'azione rivoluzionaria. La solidarietà tra i letterati per promuovere con maggiore efficacia il rinnovamento politico e sociale determina la nascita tra il 1919 e il 1920 di numerose raccolte antologiche. L'antologia non soddisfa soltanto la necessità degli espressionisti di realizzare la comunione ideologica anche attraverso l'assunzione di ruoli diversi, per cui il poeta diventa l'editore o il pubblicista, ma adempie anche ad una funzione pratica, vale a dire diffondere la conoscenza degli scrittori in cerca di affermazione.

Le antologie curate da Rubiner si distinguono dalle altre pubblicazioni, in particolare dalla più rappresentativa Menschheitsdämmerung per il carattere antiletterario. L'autore non intende offrire un quadro completo della produzione poetica espressionista, ma sceglie i testi, suddividendoli in gruppi articolati in modo da scandire le fasi di un processo di sviluppo utopico. Anche Pinthus propone il modello poetico di un'utopia, suddividendo la sua raccolta antologica in quattro sezioni Sturz und Schrei, Erweckung des Herzens, Aufruf und Empörung e Liebe den Menschen, con l'intenzione di trasfigurare la visione apocalittica della realtà sociale nella redenzione dell'umanità. La crescita progressiva del messaggio spirituale implica secondo Pinthus il rispetto dell'ordine cronologico al fine di documentare lo sviluppo dinamico della lirica espressionista a partire dal 1910.

Rubiner presenta con Kameraden der Menschheit una silloge di liriche composte tra il 1914 e il 1918, da scrittori impegnati, con alcuni dei quali egli era entrato in contatto durante il periodo di collaborazione a "Die Aktion" e in esilio, come Ludwig Bäumer, Johannes Becher, Carl Einstein, Albert Ehrenstein, Iwan Goll, Henri Guilbeaux, Walter Hasenclever, Arthur Holitscher, Pierre Jean Jouve, Hedwig Lachmann, Rudolf Leonhard, Marcel Martinet, Karl Otten, Ernst Toller, Franz Werfel, Alfred Wolfenstein e Paul Zech.

L'arco di quattro anni preso in esame dall'autore sottintende un principio tematico che conferisce all'antologia il suo profilo specifico. Nella postfazione Rubiner formula in modo programmatico il criterio in base al quale seleziona, nel vasto panorama letterario, le liriche da pubblicare:

"Jedes Gedicht dieses Buches ist ein Bekenntnis seines Dichters zum Kampf gegen eine alte Welt, zum Marsch in das neue Menschenland der sozialen Revolution."

La scelta rappresentativa tiene conto unicamente di un punto di vista politico ed esclude ogni forma di valutazione estetica, condannata da Rubiner come reazionaria:

"Wir wissen, daß der "rein künstlerische" Wert unrein und ein Unwert ist; denn die Künstlerästhetik ist ein Denksystem des Bürgers."

L'autore si allontana dalla rappresentazione idealistica elaborata nel saggio Der Mensch in der Mitte, in cui il poeta viene concepito come Führer politico e distingue il compito del letterato e la funzione delle sue opere dall'azione del proletario. La comprensione del ruolo storico che la classe operaia ricopre in quel periodo, matura nella concezione di Rubiner questa impostazione:

"Und hier tritt der Dichter endlich an die Seite des Proletariers: Der Proletarier befreit die Welt von der wirtschaftlichen Vergangenheit des Kapitalismus; der Dichter befreit sie von der Gefühlsvergangenheit des Kapitalismus. Kameraden der Menschheit rufen zur Weltrevolution."

L'autore carica il verbo rufen di un valore esortativo, appellandosi in particolare al senso di responsabilità pubblica del letterato. Lo sfruttamento economico costituisce anche per Rubiner il punto di partenza delle rivendicazioni socialiste, ma lo spirito sovversivo espresso con enfasi nella postfazione non si riflette nei testi poetici. La discrepanza tra l'adesione alla causa del proletariato e la sua rappresentazione astratta mostra i limiti della poesia politica di questi scrittori che attribuiscono alla rivoluzione il significato di una democrazia fondata sui principi umanistici.

Rubiner individua la causa di questa contraddizione nell'origine piccolo borghese del letterato attivista che esprime per il momento l'ansia del rinnovamento sociale nella visione utopica, giudicata come la misura della forza morale e spirituale posseduta dal poeta per acquisire poi la consapevolezza dell'azione politica:

"Der aufrichtige Revolutionsdichter, den wir heute kennen, der nicht Schlagworte reimt, sondern durch dichterische Schöpfungen die Revolution geistig vorwärts zu treiben sucht, stammt fast nie aus dem Proletariat, sondern beinahe immer aus dem Kleinbürgertum. So war seine historische Aufgabe zuerst, sich selbst aus dem Kleinbürgertum zu befreien. Daher ist die seelisch wertvollere Revolutionsdichtung nicht sozialistisch, sondern vorläufig noch utopistisch."

I nuovi valori morali non nascono quindi secondo Rubiner nel presente come conseguenza della rivoluzione socialista, ma sono ascritti al passato, ad un arsenale di principi riconosciuti validi da sempre. L'autore afferma di nuovo la concezione della poesia formulata nel 1912 nel saggio Der Dichter greift in die Politik e cerca di finalizzare la rievocazione delle istanze etiche, implicite nell'attività letteraria all'obiettivo politico del periodo postrivoluzionario:

"So gering unter den Dichtern die Sachlichkeit des Gemeinschaftszieles auftritt - die Produktionsmittel der Erde in die Hände der Produzierenden! - so groß ist dagegen ihre Sachlichkeit auf allen geistigen, moralischen und Willenswegen der Revolution."

Nella prima parte dell'antologia Die Internationale Rubiner oltre alle poesie di Johannes Becher, Paul Zech, Marcel Martinet e Henri Guilbeaux pubblica la sua lirica Eine Botschaft. Il punto di partenza dell'autore è di collegare gli scrittori pacifisti tedeschi e francesi con il proposito di conciliare le forze democratiche, stabilendo pertanto il principio dell'internazionalismo della critica antimilitaristica. Nel titolo programmatico della sezione di apertura è implicito il richiamo alla realtà politica contemporanea: Die Internationale si riferisce sia alla terza Internazionale comunista fondata il 2 marzo 1919 da Lenin, mentre la rivoluzione russa è in pieno sviluppo, sia all'organo di stampa pubblicato dal gruppo di socialisti radicali. I titoli delle cinque sezioni successive mostrano l'adozione da parte dell'autore dello slogan tipico della propaganda comunista: Nieder mit dem Krieg, Vorbereitung, Die Empörung, Die rote Schar e Kameraden der Menschheit.

La suddivisione operata da Rubiner radicalizza in senso politico il messaggio della fratellanza universale indicato già da Pinthus con la sua raccolta, configurandolo come l'appello rivolto alla solidarietà dei letterati in nome del pacifismo. La concezione utopica deducibile dalla disposizione di testi in serie affini sottintende tuttavia in entrambe le antologie lo stesso risultato finale, la riconciliazione delle forze umane per promuovere il rinnovamento sociale. Rubiner inserisce in Kameraden der Menschheit otto liriche già pubblicate in Das himmlische Licht e in Zurufe an die Freunde. Quest'ultimo ciclo lirico appare nel 1917 nella raccolta curata da Franz Pfemfert, Das Aktionsbuch, e contiene cinque poesie dedicate a Karl Liebknecht. L'omaggio reso al rivoluzionario comunista è indicativo dell'adesione dell'autore al movimento operaio e alla politica progressista del suo portavoce. La dimostrazione contro la guerra organizzata da Liebknecht il 1° maggio 1916 a Berlino subisce un processo di trasfigurazione lirica che culmina nella rappresentazione eroica di un grande solitario, disposto a sacrificarsi per l'idea come risulta da altre poesie inserite nell'antologia: Die Mörder sitzen in der Oper di Walter Hasenclever, Karl Liebknecht di Henri Guilbeaux e Aufruhr di Arthur Holitscher.

Nella descrizione di Rubiner Liebknecht viene stilizzato e deformato in senso caricaturale e assume delle connotazioni divine, tanto da venir celebrato come il liberatore dell'umanità, pronta a ricevere la luce del profeta che la diffonde con il suo sguardo:

"Du siehst die Löcher aus den Augen schaun, die Arme tastend, Leiber hilfegedrängt, die Köpfe weiß und viel, als blicktest du lang in den schmerzenden Spiegel. (...) Führer, sieh dein Ewigkeitsgesicht, schmal. Brüderlich."

La poesia di apertura, Führer, coincide con l'epilogo del saggio Der Kampf mit dem Engel al quale fa seguito anche un brano in prosa tradotto in versi nella quarta lirica della raccolta Die Engel. Il nesso testuale intende suggerire l'idea della continuità tematica riguardo alla trattazione del Führer spirituale. La differenza sostanziale nel passaggio dal contesto saggistico a quello poetico è la scomparsa dell'indeterminatezza nell'acclamazione della futura guida dell'umanità e la sua identificazione nella persona di Liebknecht che giustifica il tono confidenziale dell'allocuzione:

"Führer, du stehst klein, eine zuckende Blutsäule auf der schmalen Tribüne, Dein Mund ist eine rund gebogene Armbrust, du wirst schwingend abgeschnellt. Deine Augen werfen im Horizontflug leuchtende Flügel ins Grüne, Deine Ringerarme kreisen weit hinein ins feindliche Menschenfeld. (...) O Engel, ihr fliegt im leuchtenden Ball des Hauptes durch blauen Raum, (...) Führer, sprich! Um dich ringen die Engel auf kristallenen Bergen hochstrahlend und heiß."

Lo stile innodico sensibile alla lezione cosmica di Whitman, non idealizza solo il capo, ma la rivoluzione stessa che perde il suo contenuto politico e si configura come l'azione salvifica dello spirito, dimostrato nella poesia Wort. La visione utopica di questo messaggio di speranza coglie l'atto politico come la forza vitale che sorregge l'universo. Scrive in Eine Botschaft:

"O es ist gewiß, diese alle, die in der Straßenschlacht stehen, werden sterben. Aber das sinnlose heiße Auszischen unseres Lebens fliegt hinaus in die Welt, die Sterne tragen unsere Gesichte verschüttend durch die Nächte, wie Bienen, die vom Blütenstaub beschwert um den Erdball auf und nieder steigen."

La poesia conclusiva Denke appare nell'antologia con il titolo Der Denker. Rubiner identifica l'energia cosmica con la volontà di un rivoluzionario che in attesa della sua fucilazione trasmette il suo pensiero agli altri prigionieri, alle guardie e anche alla cella in cui si trova.

Se con le poesie contenute in Kameraden der Menschheit Rubiner storicizza il Führer spirituale, i documenti e le opere raccolti in Die Gemeinschaft rivelano l'influenze, annunciate già nella premessa, della rivoluzione russa sulla sua concezione della nuova società umana:

"Es geht um die Arbeit, die einen Weltgemeinschafts-Sinn hat. Und diese Geisteswende ungeheuerster ethischer Erdballentscheidung für kommende Generationen fand ihren ersten Ausdruck durch die Realität in den Novembertagen von 1917 und 1918, da die menschliche Sprache die Ideen "Sowjet" und "Räte" als neue, mächtige Selbstverständlichkeiten über die Länder warf."

La rivoluzione sovietica non viene vista dall'autore solo come il superamento dell'era capitalistica mediante l'assunzione del potere da parte dell'ultima classe sociale, il proletariato, ma è considerata soprattutto per il valore umanistico espresso nella preparazione critica al rovesciamento delle strutture borghesi. Il nesso causale arte e rivoluzione rappresenta il criterio in base al quale viene suddivisa l'antologia. I primi tre capitoli includono gli scritti di Karl Marx, Henri Barbusse, Jean Jacques Rousseau e Benjamin Constant, tanto per citare alcuni fra i più significativi, che costituiscono il contributo teorico all'elaborazione dell'idea rivoluzionaria nella storia. La scelta dei saggi, dei drammi, delle poesie e dei racconti, contenuti nei quattro capitoli successivi, non è compiuta secondo criteri cronologici per cui Rubiner inserisce per esempio Die ungöttliche Komödie (1833) del polacco Zygmunt Krasinski e Hölle, Weg, Erde (1919) di Georg Kaiser nella sezione dedicata all'opera drammatica e Candide (1759) di Voltaire e Jimmie Higgins (1919) di Upton Sinclair nel capitolo riguardante la narrativa.

Il materiale letterario ricavato da diverse epoche storiche si configura come la testimonianza uniforme del processo di rinascita spirituale che culmina nell'epilogo Weltbeginn con il manifesto dell'Internazionale comunista e lo scritto programmatico Proletarische Kultur di Anatolij Lunatscharski, commissario del popolo all'educazione fino al 1929 e conosciuto dall'autore durante l'esilio. Nel 1919 Rubiner scrive la prefazione all'edizione tedesca dell'opuscolo di Lunatscharski Die Kulturaufgaben der Arbeiterklasse, in cui esprime il suo consenso a favore dell'istituto russo per la cultura proletaria che, incoraggiando l'interesse della classe operaia per le manifestazioni artistiche e letterarie, contribuisce alla maturazione di una coscienza collettiva:

"Die große Kraft Lunatscharskis dient der russischen Räterepublik bei der Aufrichtung eines ungeheuren Kulturwerkes. Lunatscharski begründete "Proletkult" (abgekürzter Name des Instituts für proletarische Kultur), eine Einrichtung, die nicht nur die Werke der großen Schriftsteller und Denker der Welt dem russischen Volke in Millionen von Exemplaren umsonst zugänglich macht, sondern die auch die Fähigkeiten dieses neuen Menschengeschlechtes von morgen, des Proletariats, in Dichtung, Musik, bildender Kunst überall bis an die Wurzel aufspürt und ermutigt."

L'attività di lettore presso la casa editrice Kiepenheuer è volta anche a richiamare l'attenzione del pubblico tedesco sull'arte sovietica dello scultore Aleksandr Archipenko, del pittore Marc Chagall che viene nominato nel 1917 con l'appoggio di Lunatscharski commissario alle Belle Arti, e sul teatro d'avanguardia del regista teatrale Aleksandr Tairow.

Rubiner integra il postulato artistico della Gemeischaft elaborato nel saggio Der Mensch in der Mitte con i risultati ideali del socialismo russo che apre l'epoca alla conciliazione dello spirito con la società. L'arte nuova inaugurata dalla rivoluzione sovietica induce l'autore a precisare la posizione sociale del letterato che realizza adesso la sua missione come camerata. Rubiner avverte nel concetto di Führer la minaccia autoritaria implicita nella personificazione del potere individuale e trasferisce pertanto le qualità del protagonista politico alla massa che, estranea alla gerarchia sociale, garantisce il comportamento democratico. Il punto di partenza di Rubiner è di contrapporre alla messa in atto del principio di sovranità la forza degli interessi e delle aspirazioni comunitarie che presuppone la collaborazione di chi rifiuta la legittimità del potere costituito. Nel manifesto Die Erneuerung incluso nell'antologia e pubblicato nello stesso anno su "Das Forum", la negazione del leader si compie, riconoscendo alla massa il carisma che contraddistingue la rappresentatività di uno schieramento politico. Il linguaggio metaforico riconduce il popolo alla figura del salvatore:

"Das Volk, noch eine Millionenzahl von einzelnen, unverbundenen, stecknadelgroßen Individuen, strömt aus unendlich vielen Flußläufen seine Willenskräfte zusammen, mächtig steigt sein Wille auf, ein riesenhafter griffbereiter Arm aus zahllosen Menschenleibern. Die Führer sind verstört."

Rubiner astrae dalla realtà storica e pertanto la contrapposizione tra Autoritätsmensch e Wirkendes Volk, tra l'autorità e il popolo attivo, si basa su un'analisi puramente tipologica. Egli configura il Führer come il beneficiario di ideologie passate che, convalidate solo dall'immutabilità della sua posizione nella storia, mantengono intatta la loro validità nel presente e tutelano l'esercizio dell'autorità. La massa non viene concepita da Rubiner come l'organismo politico antitetico alla borghesia, ma come il moltiplicatore dello spirito che offre la garanzia dell'impegno attivo a rinnovare la società nel momento in cui mostra di recuperare la sua parte di responsabilità nell'esercizio del diritto, a cui l'immobilismo l'ha sottratta.

Rubiner contrappone all'opera di rinnovamento identificata dall'ideologia marxista con l'eliminazione dello sfruttamento economico, il suo programma che subordina l'equiparazione dei diritti politici e sociali alla riabilitazione spirituale del proletariato. L'autore inserisce il processo rivoluzionario in un ampio contesto di crisi culturale e pertanto la borghesia che si è esaurita idealmente nello sforzo di mantenere in vita il regime concorrenziale è destinata a essere sostituita dalla classe operaia, divenuta consapevole della sua forza morale. Quest'evoluzione si configura secondo Rubiner come la sua conversione attraverso la quale il proletariato matura la coscienza di poter superare la faziosità ideologica e quindi di rinnovare la società umana, promuovendo la rivoluzione spirituale. Nel concetto di Bekehrung Rubiner intende suggerire il significato propriamente religioso, in modo che risulti la conseguenza connessa al cambiamento di fede, il mutamento interiore dell'uomo.

L'astrattezza di questa posizione è riconducibile alla mancata mediazione da parte di letterati e intellettuali impegnati tra i contenuti democratici e l'estremismo politico dell'ideologia comunista. Gli scrittori pertanto si trovano di fronte a due alternative che si escludono a vicenda: o rinunciare alla letteratura a favore dell'azione diretta o rimanere nell'isolamento sociale, senza possibilità di fare politica per mezzo dell'opera letteraria. Rubiner risolve in parte il problema, orientando la propria visione intellettuale alla scoperta di testimonianze passate che sostengono la sua concezione della rivoluzione spirituale. La priorità dell'educazione del proletariato conferma l'intenzione di compiere una vasta opera di divulgazione culturale per fondare l'azione politica sui presupposti critici.